Verso Samhain - parte IV
- Vivian Redleaf
- 25 ott 2023
- Tempo di lettura: 4 min

La memoria di Halloween
Abbiamo visto come venivano celebrate la notte della vigilia di Ognissanti e il Giorno dei Morti nel passato. E oggi? Cos’è rimasto delle antiche tradizioni? Molto di più di quello che si possa immaginare, ed è stupefacente vedere come certe usanze siano presenti non solo in Europa ma anche in altre parti del Mondo.

Une delle più belle e suggestive commemorazioni degli antenati è quella messicana dei Dias de los Muertos, dal 31 ottobre al 2 novembre. Una festa piena di colori, musica e cibo, durante la quale i Messicani decorano le tombe di fiori arancioni e rossi, i cempasúchil e preparano altari su cui depongono offerte del cibo preferito dai defunti quando erano in vita. Anche gli abiti sono vivaci e allegri, mentre il volto è dipinto a foggia di un teschio decorato. Il teschio è un memento mori, un monito a vivere al meglio la vita perché, poi, alla fine, tutti diventiamo scheletri.
È una festività gioiosa e carica di aspettativa, le cui origini risalgono agli Atzechi, che consideravano i morti come membri ancora attivi della comunità. Una visione della morte come semplice prosecuzione del ciclo vitale, che ricorda da vicino quella dei Celti di cui abbiamo tanto parlato.

Nel Regno Unito e Irlanda, la festa di Halloween discende dall’originale celebrazione di Samhain. In particolare, si usa ancora accendere grandi falò, come facevano gli antenati pagani, e travestirsi, anche se il significato apotropaico dei costumi ha lasciato il posto a quello goliardico, soprattutto a beneficio dei bambini.
Ancora molto viva è l’usanza di bussare alle porte per chiedere “dolcetto o scherzetto”. Anche questa è un’antica tradizione irlandese (ma non solo, come si vedrà in seguito), quando le famiglie più povere o i mendicanti, una volta all’anno, bussavano alle case delle persone più abbienti per chiedere del cibo in cambio di preghiere. Chi non dava nulla, veniva estromesso dalle intercessioni o era vittima di scherzi.

In Irlanda, una folla numerosa si raduna sulla collina di Ward o su quella di Tara in occasione del Púca Festival, un evento che unisce tradizione e modernità.
Sempre in Irlanda, si usa preparare il Barmbrack, un dolce a base di frutta secca nel quale si nasconde una moneta che porterà fortuna finanziaria a chi la troverà, e la zuppa di patate bollite, cavoli e cipolle, il Colcannon.
In Austria, la festa di Seleenwoche (settimana dei Morti) dura ben otto giorni. Sono prevalentemente di carattere religioso, ma la notte del 31 ottobre è usanza lasciare fuori dalla porta pane e acqua per le anime delle persone care, e si sfila con lanterne costruite dai bambini.

Anche in Cina il ricordo degli antenati viene commemorato con una grande festa, Yuan Xiao Festival (festival delle lanterne) dove le protagoniste sono le lanterne, che hanno il compito di allontanare gli spiriti maligni e richiamare quelli buoni. Le persone lasciano offerte di cibo, acqua e incenso davanti alle foto dei defunti e partecipano a una grande celebrazione che ha lo scopo di promuovere la pace e la riconciliazione. Non avviene però il 31 di ottobre ma a febbraio, in chiusura del Capodanno cinese.
Sempre in Cina, il 4 e 5 di aprile si tiene la Festa di Qingming, giorno dedicato alla pulizia delle tombe, di origini antichissime, pare addirittura 2500 anni fa. Le famiglie si riuniscono per fare una pulizia accurata delle tombe dei loro antenati, sulle quali poi lasciano offerte di cibo e bevande preferite dai defunti e, verso sera, vengono liberati nel cielo gli aquilini a cui sono attaccate piccole lanterne.

Ad Haiti si usa celebrare l’1 e il di novembre la Fèt Gede (Festa dei Sacri Morti), la festa dedicata ai Gede, la famiglia di spiriti che rappresentano la morte. Durante le celebrazioni, che si tengono sia per strada che nei cimiteri, si inscena l’evocazione dei defunti con danze, rituali e costumi e addirittura presunte possessioni da parte degli spiriti. Una festa davvero molto suggestiva e sentita.

Su come si festeggia Halloween negli USA, è cosa risaputa. Forse non tutti sanno però che, per un certo numero di anni, la notte dei 31 ottobre rappresentò un momento di vero e proprio pericolo. Durante la Grande Depressione, gruppi di ragazzi, alcuni figli di immigrati irlandesi, mossi dalla rabbia per le condizioni di miseria in cui vivevano e la mancanza di prospettive, presero a fare scherzi sempre più pericolosi e violenti, fino a distruggere interi quartieri. Una sorta di “Notte del Giudizio” dove si concedevano tutto. Ci furono addirittura dei morti, un ragazzino picchiato a sangue e una bambina bruciata per avere giocato avventatamente con una zucca, e si instaurò un vero e proprio dibattito per come contenere il fenomeno. La situazione rimase critica per una decina di anni poi, con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale e molti giovani arruolati al fronte, la violenza diminuì drasticamente e riconsegnò la festa alle sue caratteristiche commerciali e di divertimento.

In Italia il ricordo dei defunti non si differenzia da quello di altri paesi, con le visite al cimitero, i fiori sulle tombe e le messe commemorative. La tradizione di mascherarsi, di illuminare rape o zucche e bussare alle porte per chiedere doni, soprattutto da parte dei bambini, era presente anche da noi ed è sopravvissuta almeno fino alla metà del 1900 per poi conformarsi alla più commerciale Halloween moderna.
Ma non è difficile trovare feste che mantengono il loro legame con l’antico folklore. Ad esempio, la Notte delle Lumere in Lombardia e Sicilia, la Not dalis Muars in Friuli, che rievoca il Capodanno Celtico, Su mortu mortu, Is Animeddas, Su Prugadoriu in Sardegna.
Allo stesso modo, il “banchetto funebre” in onore dei defunti si arricchisce di specialità diverse per ogni regione, ma tutte con lo stesso significato di mantenere una continuità con i defunti. E così abbiamo il Pan dei Morti, le Ossa dei Morti, Grano dei Morti, Frutta Martorana, Pappasini, Fanfullicchie, Pan Mein, Bostrengo. E questi sono solo i più conosciuti, ma è probabile che non solo ogni regione, addirittura ogni paese o frazione ha una sua ricetta della tradizione dedicata a questa festività.
Tutto ciò dimostra che non vi è nulla di sbagliato nel voler celebrare Halloween, in qualsiasi forma ci sia più consona. Forse è la voce lontana dei nostri antenati che ci richiama a mantenere vivo il loro ricordo.

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