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Elleboro, la Rosa del Solstizio

  • Immagine del redattore: Vivian Redleaf
    Vivian Redleaf
  • 22 dic 2024
  • Tempo di lettura: 1 min

L’Helleborus niger è una piccola pianta dai delicati fiori bianchi che sbocciano a dicembre: proprio per questo, fin dall’antichità, venne associata alla nascita del nuovo sole e al ritorno della luce nell’alba del Solstizio d’Inverno.


La sua esistenza è attestata da vari autori greci e latini, come Apollodoro, Diodoro Siculo, Virgilio e Ovidio, che ne parlarono soprattutto per le sue proprietà curative: si credeva, infatti, che fosse in grado di guarire dalla follia, se dosata in modo corretto. In caso contrario poteva, e può, essere molto pericolosa, se non addirittura letale. La sua tossicità, data dall’elleborina contenute nelle radici, è in grado di provocare nausea, allucinazioni e perfino morte.


Si riteneva inoltre venisse utilizzata dalle Streghe per le loro pozioni malefiche, fra cui l’unguento per volare al Sabba: molte donne confessarono di aver volato fino al Sabba, in realtà si trattava solo di forti allucinazioni provocate dalle piante psicotrope utilizzate per l’unguento, fra cui l’elleboro, e dalla suggestione.


Nella tradizione cristiana, come racconta una leggenda, una piantina di elleboro sbocciò dalla neve proprio davanti alla capanna dove era nato Gesù e una pastorella, che non aveva nulla da donare, lo raccolse e lo portò come omaggio al neonato.


Meno presente della più famosa Stella di Natale, arrivata da noi in tempi recenti e senza alcun legame con la festa sostiziale, l’elleboro e molto resistente al freddo e dona un tocco di purezza e di luce ai giardini invernali.

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