Sulle Streghe
Quando mi chiedono se io sia una Strega, mi viene da sorridere. «Magari!» rispondo, e cerco di chiudere la questione. Perché la maggior parte delle persone, quando nomina le Streghe, non sa di cosa sta parlando.
[da Storie di Streghe e altre Donne Magiche, Ed. L’Età dell’Acquario, pag. 11]
Già, ma chi erano – e chi sono – le Streghe?
Dee, incantatrici, fattucchiere, herbarie, tempestare, curatrici, avvelenatrici, eretiche, donne folli?
Nell’immaginario, erano questo e altro.
La Strega cattiva fa parte di un repertorio talmente vasto e consolidato che ci sono voluti secoli per smantellarlo – senza per altro riuscirci del tutto – e per scoprire che, sotto il manto oscuro della megera, si nascondevano chimere, capri espiatori, proiezioni dei terrori e delle fantasie a cui gli uomini, di chiesa e non, per secoli non hanno saputo dare spiegazione: pestilenze, carestie, guerre, fenomeni atmosferici violenti, malattie, morti improvvise e così via
Certo, sono esistite presunte fattucchiere che praticavano un certo tipo di arte oscura o si credevano emissarie del demonio, ma la stragrande maggioranza di coloro che vennero accusate di essere Streghe nulla aveva a che fare con il male.
Erano solo donne che agivano e vivevano, in modo più o meno volontario, al di fuori degli schemi.
Anarchiche ante litteram, operavano - per scelta, necessità o mancanza di alternative - in autonomia o in gruppo e in contrasto con le leggi e le sovrastrutture imposte da politica, religione e società del loro tempo.
È solo a partire dalla metà del XVIII secolo che comincia un processo di riabilitazione, grazie all’opera di studiosi, antropologi, storici e intellettuali quali Voltaire, Girolamo Tartarotti, Jules Michelet, Johann Jakob Bachofen e Margaret Murray, solo per citare i più famosi.
Il nero mantello della vecchia megera dal naso adunco comincia a lacerarsi e lascia intravedere una figura più simile alla saggia wicce della tradizione anglosassone, all’herbaria che vive in connessione con la Natura, dotata di spiccata empatia e sensibilità, alla sciamana nordica o alla Grande Madre dai tanti volti, archetipo che racchiude il ciclo della vita stessa: nascita, crescita, morte e rigenerazione.
Con l’avvento del neopaganesimo e della religione wicca, la Strega è stata completamente sdoganata, fino a diventare una figura di culto, amata ed emulata se non nella pratica almeno nell’apparenza, grazie a libri, film, serie TV, fumetti e canzoni.
Rimane tuttavia una storia che ha bisogno di essere conosciuta e raccontata, sempre.
E noi, su queste pagine, proveremo a ripercorrerla insieme.
